Testiomonianza di Lourdes

La settimana scorsa si è conclusa una delle più significative proposte parrocchiali: l’annuale pellegrinaggio a Lourdes. In realtà, questo termine “pellegrinaggio” quasi sminuisce una tale esperienza, che ha rappresentato per me un turbinio di emozioni e ricordi che lasciano veramente un segno. Nella breve ma intensa settimana di Lourdes si sono incontrate persone provenienti da posti diversi, con aspettative diverse, con situazioni alle spalle diverse, ma tutte accomunate dal sorriso, un sorriso come risposta alle più difficili realtà. È questo l’elemento che più mi ha colpito. Lourdes è infatti la grotta dell’apparizione, il santuario dei miracoli; è qui che i malati affetti dalle più gravi patologie fisiche e dell’animo si recano per chiedere in modo molto umile un aiuto, un appoggio, talvolta una grazia. Ed è proprio per questo che noi giovani, che per la prima volta facevamo il pellegrinaggio, ci aspettavamo una grande sofferenza, un clima sì di speranza ma soprattutto di malinconia. E invece no. Ogni pellegrino aveva un sorriso contagioso, era felice. Sì, felice di essere lì, felice dell’opportunità che gli veniva posta innanzi, felice di avere finalmente un momento di pace per pensare alla propria vita e affidarsi al Signore, felice di poter condividere con i propri amici una preghiera, che in altre occasioni sarebbe sembrata strana, quasi imbarazzante. Sono questi i motivi di felicità che hanno contagiato anche me. Lourdes ci ha messo alla prova, una prova fisica con ritmi sostenuti e una prova spirituale, con lunghi momenti di preghiera e adorazione. Proprio per questo Lourdes ci ha dato tanto. Spero solo di riuscire a portare a casa tutto ciò che mi ha trasmesso ed essere in grado di coltivarlo, condividendolo con chi mi sta accanto e facendo in modo che questa occasione sia motivo di vera crescita.    R.Z