CIAO CARLO !

Ricordo di Carlo Busato mancato nei giorni scorsi a 85 anni assistito a casa dai suoi famigliari

Ogni settore della parrocchia lo ha visto per anni collaboratore preciso e sempre disponibile

Dopo Antonietta e Liliana, apprendere che anche Carlo Busato è andato in paradiso, non può che aumentare ancor di più il nostro sentirci orfani… sì perché Carlo, anche se da qualche anno non era più attivo in prima linea a causa del suo decadimento, è stato davvero una tra le presenze più significative e fondamentali per la nostra parrocchia, che ha sempre continuato a sostenere anche con la preghiera.E’ stato uno dei papà del Punto: per anni si è dedicato alla stampa del nostro foglietto parrocchiale utilizzando la vecchia macchina del ciclostile che avevamo nella sala stampa del vecchio patronato… ve lo ricordate? Ed è così che abbiamo iniziato il ricordo di Carlo chiacchierando con la figlia Francesca.E scopriamo che Carlo, cartella su cartella ha archiviato tutti i numeri del Punto, sin dalla prima uscita…. divenendo così depositario delle fonti storiche della nostra comunità parrocchiale.

Ha raccolto la storia di Catene

Amava la storia in particolare la nostra storia, ecco perché assieme a don Cristiano aveva iniziato a raccontare e scrivere le origini di Catene. E si può conoscere la storia anche guardando con occhi attenti l’attualità: sin da quando, bambini, andavamo a casa Busato a giocare, lo vedevamo ritagliare gli articoli più significativi della nostra stampa locale ed incollarli su quaderni che oggi sono diventati un tesoro prezioso non solo per la sua famiglia.L’attenzione all’attualità lo ha portato ad essere anche attivamente impegnato in politica: chi non lo ricorda attivo nel circolo culturale Piergiorgio Frassati in via Catene? “La politica bella di una volta” ci dice Francesca “quella politica preoccupata del bene delle persone. In famiglia abbiamo sempre respirato questo spirito. Ricordo ancora quando nei giorni del sequestro di Aldo Moro, papà aveva allestito un piccolo altarino ed in famiglia si pregava per la vita di questo grande statista”.

La domenica pomeriggio “in cinema”

Come fa un buono sposo e un buon padre, ha provveduto alla sua famiglia facendo un lavoro faticoso presso il petrolchimico di Marghera, in un reparto pericoloso, tant’è che prima di rientrare a casa dopo il turno di lavoro doveva accuratamente lavarsi e cambiarsi d’abito, tuttavia un lavoro portato avanti con onestà e dedizione.E poi raccogliendo l’eredità e lo stile del padre, Tony Rocco, l’amore per la parrocchia e il rispetto per il parroco, suo pastore. Sin dai tempi di monsignor Giuseppe Molin ha partecipato alla corale, promotore del patronato, che teneva aperto la domenica pomeriggio in quello che una volta era il cinema (la chiesa vecchia): tanta generosità nel donare il suo tempo nelle giornate in cui ognuno vorrebbe poter riposare, una generosità che ha cercato di trasmettere ai suoi figli, tant’è che Francesca ricorda che il papà le chiedeva di portare i suoi giocattoli in patronato così ci avrebbero potuto giocare anche altri ragazzi.E poi ancora sostenitore assieme ad altri genitori del gruppo scout Catene 1 sin dal momento della sua fondazione: sono in molti a ricordarlo a fianco della sua sposa Pierina a cucinare gnocchi e tortellini durante i Fuochi d’Autunno.È stato membro del Consiglio Pastorale e del Consiglio Economico, ha seguito e promosso per anni la diffusione del settimanale diocesano Gente Veneta e da ultimo si è occupato della gestione dell’ufficio parrocchiale compilando e riempendo registri con i nomi dei battezzati, di coloro che ricevevano i sacramenti, delle coppie che si sposavano, di chi faceva ritorno alla casa del padre.“E’ andato in cielo serenamente” dice Francesca “mentre era sulla sedia su cui mangiava, mentre la moglie Pierina gli era accanto, pochi giorni dopo aver ricevuto una bella notizia, che attendeva da tempo e che allora gli ha fatto capire che poteva partire sereno”.Grazie Carlo, per quello che hai fatto per la nostra parrocchia, “senza mai cedere il passo alla polemica” ricorda Francesca “ma solo alla critica  costruttiva, che non tace le cose che non vanno, ma che riesce comunque a seminare il bene e creare unità”.

Patrizia Da Lio